“Paura dell’architetto?”

“Paura dell’architetto?”

 Repubblica.it del 04.02.2017

Mutuo accettato, rogito fatto, finalmente ho comprato casa.

Ed ora, pronti per ristrutturala.

Sarà meglio l’angolo cottura o la cucina divisa? L’armadio di nonna ci sta?

Ci vorrebbe un progettista, ma chissà quanto mi costa….

E poi mi impone le sue scelte, mi lega al suo stile….

Vi siete mai sentiti così?

Tanti miei clienti si. Arrivano da me timorosi, prima di tutto per la parcella.

Ma quanto mi costi?

Non abbiate paura di  chiedere all’architetto un preventivo dettagliato, ricordandogli di specificare le voci di progettazione, stesura pratiche edilizie, progettazione lavori, progettazione arredi, e così via, per poterci pensare e vagliare i preventivi di altri professionisti.

Più il preventivo è chiaro, più sarà facile per voi capire se volete affidare al professionista tutto, o solo parte del lavoro.

Rivolgersi ad un architetto può far risparmiare.

  1. Tempo: il professionista prepara un programma lavori, prima che i lavori inizino, permettendo al proprietario di organizzarsi. Segue poi l’avanzamento lavori, garantendone la fine entro la data stabilita.
  2. Denaro: un buon capitolato, redatto dal progettista, consente un chiaro confronto tra i preventivi delle imprese. Durante la realizzazione dei lavori, ed al termine, l’architetto verificherà le lavorazioni effettivamente realizzate e non, controllerà le quantità, presenterà al committente il costo di eventuali varianti prima che vengano effettuate, consentendo al cliente di scegliere se accettarle. Infine nella scelta dei materiali, delle forniture, dei mobili, dell’illuminazione saprà consigliarvi a chi rivolgervi per trovare quello che fa per voi ai prezzi più convenienti.
  3. Fregature: l’architetto saprà segnalarvi quando un preventivo ha prezzi fuori mercato,o quando l’artigiano/impresa vi attira con prezzi economici ma non ha le caratteristiche per garantire un risultato a regola d’arte.

Altra comune paura che allontana dal professionista è che l’architetto possa predominare nelle scelte progettuali rispetto ai propri gusti.

Qui si apre un capitolo delicato.

L’empatia che si crea tra architetto e committente è raramente individuabile al primo approccio, sarà probabilmente una scoperta che si evidenzierà con il procedere dei lavori (potrete essere più o meno fortunati in questo aspetto). In ogni caso un bravo professionista non imporrà le sue scelte, ne i suoi gusti, ma si metterà al vostro servizio per concretizzare le vostre esigenze.

Soprattutto se si tratta della progettazione di un appartamento privato, sarà evidente a qualunque professionista che sarete voi a viverci e di conseguenza vorrete che rispecchi i vostri gusti…. E se proprio non dovesse essergli così evidente, ricordateglielo voi! Personalmente, io mi diverto molto quando il cliente ha gusti differenti dai miei, perché mi sprona ad utilizzare soluzioni che altrimenti non mi verrebbero mi in mente.

Mi è capitato anni fa un cliente che non voleva farsi accompagnare da me a scegliere le piastrelle. Quando, stupita, gliene chiesi la ragione, mi rispose che temeva potessi imporre i miei gusti sui colori. A questo punto lo tranquillizzai: l’architetto può aiutare il cliente nella scelta del formato delle piastrelle, a seconda dell’ambiente dove andranno posate, della resistenza, della capacità antimacchia, potrebbe arrivare a consigliare una tonalità chiara o più scura, ma mai vi dirà quale colori dovete amare.

Cercate di instaurare un dialogo con il vostro progettista, raccontategli come intendete vivere la vostra casa, dove vi sentite a vostro agio, quanta importanza date ad un ambiente piuttosto che ad un altro, fategli conoscere le vostre abitudini. Siate diretti, schietti, così lo aiuterete a capirvi, e per lui/lei sarà più facile trovare le soluzioni giuste per voi.

Altra riserva all’avvicinamento al professionista: fate fatica a capire una planimetria.

Succede spesso, è molto comune. Attualmente ci sono tanti programmi per realizzare dei rendering in 3d che vi faranno capire meglio il progetto. Qualcuno fa fatica anche così, e allora vi consiglio di incontrarvi spesso in cantiere con l’architetto. Fatevi spiegare sul posto come sarà il progetto finale, guardate i tracciamenti dei muri, segnate insieme al professionista gli impianti, verificate gli spazi.

Certo, l’ideale sarebbe fidarsi dell’architetto, ma capisco che non è sempre facile, che voi ci state mettendo i vostri risparmi, dipende dal grado di empatia che si instaura, come dicevo poco fa.

Lasciatemi infine spezzare una lancia a favore degli architetti del gentil sesso: senza nulla togliere agli stimati colleghi uomini, che sanno forse osare di più, un architetto donna tendenzialmente in casa propria cucina, lava, pulisce, per cui certamente non anteporrà scelte estetiche alla praticità.

 

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